Svalbard, estremo nord dell’emisfero boreale. Queste piccole isole si trovano al largo della Norvegia, che è anche la nazione a cui appartengono.

I primi insediamenti delle Svalbard risalgono solo agli anni 20 del 1900, quando incominciarono ad arrivare sulle isole diversi gruppi di minatori.
I minatori portarono con loro anche dei gatti per aiutarli a tenere lontani i topi dalle miniere.
I gatti però incominciarono a cacciare non solo i topi, ma anche diversi uccelli locali che erano abituati a nidificare sul suolo. Questa, che era un’abitudine adattiva dato che sulle isole non esistono alberi, divenne un grosso handicap per gli uccelli.
Il governo norvegese quindi ha legiferato per impedire la presenza dei gatti sulle isole, in maniera tale da preservare gli uccelli autoctoni delle Svalbard da dei predatori insoliti.
Pare però che a degli operai russi che sono arrivati sulle isole all’inizio di questo secolo le normative norvegesi non interessassero troppo.
Proprio così all’insediamento di Barentsburg è arrivato Kesha, ufficialmente introdotto sulle isole come se fosse una volpe artica.

Kesha è l’unico gatto delle Svalbard e sembra essersi adattato alla grande.
Il pelo di Kesha si è infoltito ogni giorno di più ed ora ha un sottopelo incredibilmente spesso. Cresciuto in un ambiente così difficile il carattere del micione si è notevolmente indurito, come dimostrano le sue tante cicatrici.

Infatti Kesha litiga spesso e volentieri con tutti gli animali delle isole, tranne con gli orsi polari con cui va insolitamente d’accordo.
Gli abitanti di Barentsburg lo adorano e lo reputano una celebrità e aprono le proprie case ogni volta che Kesha abbia bisogno di un po’ di caldo, riposo o cibo extra.

Al momento pare siano arrivati anche altri gatti sulle Svalbard, ma Kesha resta e resterà indubitabilmente il numero uno.
Adoro davvero la tua prospettiva. L’hai fatto bene!