Molto spesso le cose più piccole passano completamente inosservate, ma il fatto che siano piccole e spesso quasi invisibili, non vuol dire che siano meno interessanti. Anche negli animali, che catturano l’attenzione di grandi e piccoli, è molto più facile rimanere impressionati e affascinati di fronte ad un enorme elefante che non davanti ad una minuscola formica. Ma se ci fermiamo un attimo a riflettere e apriamo bene non solo gli occhi ma la nostra mente, scopriremo che i piccoli animali come le formiche, possono essere molto interessanti e la loro osservazione potrà farci immergere in un mondo favoloso e completamente inaspettato.
Già dall’antichità gli studiosi iniziarono ad interessarsi a questi piccoli insetti della famiglia degli imenotteri ma ad avvicinare il grande pubblico al loro mondo nascosto fu lo scrittore belga Maurice Maeterlinck, premio nobel per la letteratura nel 1911, con la sua opera “La vista delle Formiche”, pubblicata nel 1930.
La storia delle formiche è iniziata tra 140 e 168 milioni di anni fa. Inizialmente questi insetti erano molto simili alle vespe solitarie, con le quali sono ovviamente imparentate, ma il fossile più simile alle formiche odierne risale al Cretaceo. La diffusione è praticamente planetaria ed è possibile trovarle in ambienti più disparati. Le formiche, come buona parte degli altri imenotteri, sono insetti eusociali, questo vuol dire che vivono in società ben costituite.
Al vertice della società delle formiche c’è la classe riproduttiva, rappresentata dalle regine e dai maschi. Poi c’è la classe lavoratrice, cioè quella delle operaie che sono generalmente sterili. A seconda della specie in un solo formicaio possono essere presenti una o più regine. Quando in una colonia è presente una sola regina questa specie viene definita monoginica, altrimenti se sono presenti più regine si definisce poliginica.
I maschi sono alati e di piccole dimensioni, mentre la regina è notevolmente più grande delle operaie. La regina è l’unica capace di procreare e vivrà la sua vita deponendo uova da cui nasceranno formiche operaie, maschi e regine. I maschi delle formiche nascono da uova non fecondate o partenogenetiche, mentre le femmine nascono da uova fecondate dette anfigoniche. Questo fenomeno di determinazione del sesso, detto aplodiploidia, viene gestito dalla regina tramite una particolare sacca spermatica che si trova in fondo all’addome.
Tutte le nuove regine feconde e i maschi, appena maturi, effettuano il cosiddetto volo nuziale in cui avviene la fecondazione. I maschi puntualmente muoiono e le femmine fecondate si avviano a formare una nuova colonia.
Ma sono tante altre le meraviglie che le formiche ci riservano a partire dalla loro forma di comunicazione basata sui feromoni. Grazie a questo particolare linguaggio che si fonda sui segnali chimici, le formiche sono capaci di creare veri e propri segnali che permettono alle consimili di ritrovare un determinato punto nello spazio. Ma questi segnali chimici servono anche ad avvertire di un pericolo la colonia.
Di sicuro interesse, è anche il fatto che le formiche sono gli unici animali, esclusi i mammiferi, nei quali è stato riscontrato un tipo di apprendimento interattivo. Infatti, durante la raccolta del cibo, la formica esperta, detta tutor, guida le inesperte attraverso una modalità che viene definita tandem running, facendo attenzione che l’inesperta resti al passo, rallentando se necessario.
Lascia un commento