“Il gatto furioso” di Ludovico Arrosto – Canto Quinto

Amici carissimi, se avete seguito con attenzione l’evolversi delle vicende del coraggioso Orlando, sapete benissimo che le cose fino al Secondo Canto sembravano procedere normalmente, ma nel Terzo e Quarto Canto si complicano improvvisamente. Cosa farà il nostro Orland0? Avrà il sangue freddo per fare la scelta giusta? Saprà guidare con zampa ferma l’esercito dei mici verso la tanto attesa vittoria?
Gattaldo è ormai fuori gioco e l’esercito sfiduciato… Seguite le gesta del gatto furioso e scoprite il seguito…

CANTO 5

Il giovane messagger, montò a cavallo lesto
percorrendo la fitta selva fino al fiume.
Orlando parlò chiaro: doveva fare presto
e consegnar il messaggio scritto con le piume.

L’uccello si strappò le penne con coraggio
e fece l’inchiostro con del fango nero.
Salvar il gran Gattaldo non era più un miraggio
Doveva fare presto per render tutto vero!

Come un fulmine percorse il bosco senza paura
sfrecciava tra gli arbusti come il vento.
Arrivò davanti al castello, nella radura
e di scorger le alte mura fu assai contento.

Sporco e stravolto a causa del galoppo
esausto giunse a Corte il giovane messo.
Si distese e riposò sotto un verde pioppo
e di parlar con Romero gli fu subito concesso.

Il messagger pulito e con le vesti nuove
fu portato tosto nella sala dei trofei;
apparve il gran Romero, austero come Giove
che fissandolo gli chiese:” Figliolo, tu chi sei?”

Il gatto giovinotto, ancor col fiato corto
guardando l’Alchimista gli porse la pergamena
“Gattaldo, ve lo giuro, per poco non è morto!”
E il viso assai rugoso si incupì di pena.

Abile e infallibile nell’arte dei miscugli
avea guarito il Regno dalla mortifera peste.
Preparò in fretta uno dei suoi intrugli
versato nelle ampolle, lo mise in delle ceste.

“Guidami da Orlando e dai suoi gatti,
che io amo al pari della mia prole.
Basta ciarlar, servono i fatti:
quest’erba gatta è quello che ci vuole.

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