Siamo giunti al Sesto Canto del sempre più avvincente poema “Il gatto furioso” di Ludovico Arrosto! Nel Quinto Canto un giovane messo era stato inviato a corte dall’eroe Orlando per comunicare all’alchimista Romero di raggiungere l’esercito e curare il prode Gattaldo. Il più valoroso dei mici infatti, dopo aver sconfitto decine di orsi famelici, era stato colpito da degli artigli, stramazzando al suolo. Solo Romero e la sua abilità nel preparare pozioni poteva guarirlo.
Come finirà? Riusciranno i nostri eroi a recuperare Gattaldo e riprendere la marcia verso il nemico per liberare Angelica? Scopritelo!! Leggete, leggete e leggete!
CANTO 6
I cuniculi dei ratti eran addobbati a festa
di gioia e vittoria sapeva l’atmosfera.
Non perché avvezzi a gloriose gesta
ma per la nobil gatta, in gabbia come fiera.
Il popolo roditore, ebbro ormai da giorni
assediava il giaciglio della bella Angelica
come a cacciar la volpe, suonando i corni
o come preda braccata da bestia famelica.
Disegno mortale avea Annibale in mente
servendosi dunque della creatura gigante.
sognando ogni notte l’Orlando morente
lo avrebbe sconfitto col suo elefante.
L’esercito e l’animale dalla lunga memoria
avrebber spinto i gatti in una stretta via
coi mici in trappola, a un passo era la gloria
“Così comando: questa è la strategia”!
Simile a Leonida, re degli spartani
che nelle Termopili costrinse Serse
al sol pensier Annibale si fregò le mani
“Orlando perderai, come il persiano perse”!
Ma il diabolico ratto avea partorito,
come un poeta scrive alla sua musa,
un’ulterior piaga simile all’orrendo mito
che rende gli uomini pietra: la Gorgone Medusa.
Una volta raccolti i gatti nella lngua di terra
il sorcio che pietrifica avrebbe fatto un passo
e volgendo a suo favor la guerra
avrebbe lasciato i felini inermi come un sasso.
Vi è piaciuto il Sesto Canto? lasciate un commento e soprattutto non perdetevi il seguito!
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