Chi ha detto che il gatto è un animale solitario e indipendente? Chi ha detto che non soffre la solitudine o ancora non gradisce la compagnia del proprio umano? Tutte leggende metropolitane…
Nell’immaginario collettivo e nelle convinzioni di molte persone, c’è la credenza ben radicata che solo il cane abbia un attaccamento particolare con il padrone e che solo “fido” soffra in caso di separazione. Non è affatto vero.
Anche il gatto, essendo dotato di una spiccata personalità e di una sensibilità che non ha nulla da invidiare a quella umana, soffre la separazione del padroncino.
Nel nostro amico felino possono addirittura manifestarsi sintomi di stress a livello fisico al momento della separazione.
Quando lo lasciamo in casa da solo l’animale può trovarsi in condizione di forte stress in risposta all’allontanamento della figura di attaccamento che generalmente è il proprietario.
Possibili sintomi sono l’eliminazione di feci e/o urine; attività locomotorie ripetitive; traumi autoindotti; o sintomi quali ansimazione, salivazione eccessiva, anoressia, inattività e apatia. Nel momento in cui il proprietario si prepara a uscire, il gatto inizia e a seguirlo “come un’ombra” manifestando agitazione, ansimazione, tremori, salivazione e tutti i segni tipici dell’ansia.
Cosa bisogna fare dunque? Un rimedio può essere l’inserimento nella quotidianità dell’animale di giochi e attività nell’ambiente e abituare il micio al distacco graduale è un altro rimedio efficace.
Non sottovalutate i sintomi dell’ansia da separazione e soprattutto rivolgetevi ad un bravo veterinario!
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