Girovagando sul web in cerca di qualche notizia, chicca o semplice curiosità da regalarvi e raccontarvi, ci siamo imbattuti in una bella storia nel sito gazzettadiparma.it. È la storia di Teo raccontata dalla sua umana, tale Miss Potter autrice della lettera e firma del pezzo.
Abbiamo voluto riportare la versione integrale, senza taglio alcuno. Ecco a voi la storia di Teo:
Dei miei gatti, Teo è di certo quello meno semplice da inquadrare. Chi non ha mai avuto un micio in casa non sa quanto possano essere diversi tra loro i caratteri dei felini. Ma andiamo con ordine. Innanzitutto Teo è bello. Sì lo sono tutti, ma la sua è una bellezza oggettiva, incarna la tipica perfezione dei gatti. Lo disse anche il veterinario osservandolo alla prima visita: “Sembra dipinto”.
Raramente viene chiamato col suo nome, perché le sue mille sfaccettature ci portano ad affibbiargli innumerevoli soprannomi. Per esempio il Principe. Ama la pulizia, il silenzio e pretende che si abbia un certo contegno nei suoi confronti (“pochi baci e non stropicciatemi, grazie”).
E pretende di guardare noi umani negli occhi, accetta suo malgrado di accoglierci al rientro in casa con moderato entusiasmo, ma non si accontenta di stare sul nudo pavimento: almeno su una sedia, o meglio ancora direttamente sul tavolo. Nella foto del post, si trova sul pilastro del cancello di casa.
C’è da dire che nulla di ciò che è umano per lui è sacro: se non venisse sgridato salirebbe sui mobili della cucina o sulla tavola apparecchiata. Grazie alla sua calma serafica, viene detto anche Flander, come il pacifico vicino di casa di Homer Simpson. Teo è per il “vivi e lascia vivere”: tu lo ignori e lui è felice. Correre e giocare è faticoso, persino miagolare a volte è uno stress e infatti sono famosi i suoi tentativi col silenziatore: apre la bocca ma non esce un suono (ammetto che l’effetto sia esilarante). Questa sua tranquillità estrema non lo aiuta a mantenere una forma fisica propriamente felina, soprattutto durante l’inverno quando assume la forma tonda e soffice che gli ha fatto guadagnare un altro soprannome: pandorino.
Teo è arrivato in casa nostra grazie a una mia carissima amica. Era una mattina di Ottobre 2009 quando ricevetti una telefonata: ‘Ho trovato un micino davanti alla mia azienda, cosa faccio?’. Gattile? Ricerca di un’adozione? Mentre pensavo mi arrivò un mms con la foto: un tabby cat col nasino rosa. Ecco, mi ero innamorata. Il colpo di grazia? La mia amica me lo consegnò in una scarola di cartone, con tanto di prese d’aria e stracci a mo’ di cuccia. La mia intenzione era ancora quella di evitare il gattile e di trovare una famiglia per il micino, che non fosse la mia … Tornando a casa mi fermai per una commissione e tornando all’auto lo vidi da lontano. Si era liberato non si sa come, era uscito dalla scatola e mi aspettava seduto elegantemente sulla scatola chiusa, guardando con gli occhioni fuori dal finestrino.
Da quel momento i miei timidi tentativi di trovare una sistemazione diversa da casa nostra furono inutili e Teo ebbe un nome e soprattutto una ciotola. Svezzato con prosciutto cotto, perchè nelle prime settimane non mangiava altro, adesso ha una sola passione: la mollica delle micche e il gruviera. Perde la calma solo quando gli viene negato il cibo che non gli fa bene alla salute: il mio regno per una sottiletta!
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