Non tutti noi possediamo un passaporto ma esiste un gatto nel mondo che ne ha addirittura due!
L’avventura vissuta dal già citato gatto ha davvero dell’incredibile! E si incastra perfettamente con quella vissuta dalla sua umana, Cinzia Alibrandi, insegnante e scrittrice. Cinzia doveva incontrare il figlio in Cina, partito per insegnare inglese ai professori universitari. E proprio dopo una allegra serata trascorsa in compagnia dei docenti e della mamma il figlio di Cinzia trova accanto al fiume Fen, un corso d’acqua che scorre vicino l’università, un gattino che stava per affogare. Madre e figlio lo hanno salvato da quelle gelide acque, lo hanno portato da un veterinario e lo hanno nutrito con del latte in polvere.
Il nome dato al micino non è affatto casuale: «Si chiama Annibale – racconta Cinzia – perché ha lottato contro truppe cinesi come il tosto generale che sconfisse i romani nella Seconda guerra punica».
E adesso? Cosa fare con quel gattino appena trovato? Era infatti arrivata l’ora di lasciare la Cina e ripartire. E di sicuro quel gatto sarebbe morto dopo poco tempo se fosse rimasto ancora lì. Come racconta Cinzia, in quella parte remota della Cina manca il concetto di animale domestico e il gatto in particolare viene anche mangiato.
È qui che inizia la lotta di Cinzia contro le barriere della burocrazia. Dogana, controlli sanitari, passaporto, documenti. Un inferno. Persino il trasportino non andava bene e Cinzia e suo figlio sono stati costretti a cambiarne ben quattro all’aeroporto di Pechino prima di trovare quello giusto per Annibale.
Ma alla fine la tenacia di Cinzia e di suo figlio ha avuto la meglio e l’amore ha trionfato: adesso Annibale vive a Milano con una famiglia che lo ama e cresce al sicuro da ogni pericolo.
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L’incredibile storia di Annibale, il gatto col doppio passaporto
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