Vi ricordate della profuga Sama e della sua gatta Lola che erano sbarcate a Lampedusa qualche mese fa? L’anno scorso, nel mese di giugno, era arrivata nelle coste dell’isola siciliana l’ennesima nave piena di disperazione, con a bordo decine e decine di profughi. Noi vi avevamo raccontato le storia di Sama, una ragazza sudanese che nella traversata aveva portato con sé la piccola Lola, la sua amata gatta. Le due amiche si erano dovute separare: la micia doveva osservare un periodo di quarantena, ma il sindaco di Lampedusa aveva promesso che dopo un breve periodo, Sama e Lola si sarebbero potute ricongiungere (Leggi l’articolo completo).
E a quanto pare la promessa del primo cittadino è stata rispettata!
Dopo ben 7 lunghi mesi passati l’una lontana dall’altra, le due si sono riabbracciate a Berlino.
Oltre al lavoro di mediazione del sindaco, è stato fondamentale anche il ruolo di una volontaria che ha seguito il caso: Eletta Cirillo. «L’incontro con Sama e i suoi familiari è stato molto commovente – ha detto Eletta all’agenzia di stampa GeaPress – Sama ha subito stretto a sé il gattino. Hanno pianto tutti. Eravamo molto felici. Lola, da parte sua, ha iniziato a fare le fusa, sembrava proprio contenta». Anche il sindaco Giusi Nicolini non ha nascosto la sua soddisfazione per l’epilogo gioioso della vicenda: «Per Sama quel gatto rappresenta la vita che ha lasciato, la sua terra, i suoi affetti – ha detto sempre a GeaPress – Lola è tutto quello che lei è riuscita a portare con sé nel nuovo mondo. Avergliela riconsegnata è un gesto di grande valore simbolico, in un momento di estremo rifiuto verso chi chiede aiuto all’Europa. Lola, per me, è nello stesso tempo un gatto e molto più di un gatto – ha concluso il primo cittadino – Spargiamo semi di umanità e civiltà e lo abbiamo fatto tutti insieme qui».
La gatta Lola e la profuga Sama di nuovo insieme dopo 7 mesi
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