La spiaggia è un luogo che spesso, troppo spesso viene visto come off limits per i nostri amici a quattro zampe. Sporcano, ci dicono, non è igienico, disturbano gli altri; queste le scuse più comuni.
Esiste però in Sardegna, per la precisione in provincia di Oristano, una spiaggia unicamente dedicata ai gatti. La spiaggia di Su Pallosu.
A Su Pallosu nfatti esiste una storica colonia felina che sin dai primi del ‘900 popola la spiaggia sarda. Ad oggi ad abitarla ci sono 50 gatti, tutti sterilizzati e microchippati, di cui 30 completamente liberi e 20 in libertà parziale per motivi sanitari e di sicurezza.
A gestire questo angolo felino di paradiso ci sta pensando Andrea Atzori, presidente dell’Associazione culturale Amici di Su Pallosu e giornalista freelance, insieme a Irina Albu, che si occupa di artigianato artistico .
«Fare i gattari e organizzare le visite guidate all’Oasi non è una professione, anche se l’impegno che ci mettiamo è analogo», racconta Andrea, «Anziani, pescatori e dimoranti hanno sempre conosciuto i felini in quest’area — continua —. Abitiamo qui da undici anni, e da allora abbiamo iniziato una gestione attenta e il più possibile scientifica con sterilizzazioni e cure quotidiane. Le spese vengono sostenute in modo totalmente volontaristico, privato e senza alcun aiuto pubblico, anche grazie alla collaborazione della Clinica Veterinaria Duemari di Oristano». E poi: «Tanti decenni fa i pescatori hanno pensato di prendere gatti dai paesi dell’interno e portarli qui. Oggi di questi gatti c’è un nucleo storico che è nato e cresciuto qua».
Negli anni però c’è stato anche chi, l’amministrazione comunale ha cercato di togliere a questi gatti la loro casa: «Abbiamo ottenuto un decreto presidenziale e dopo l’iter del consiglio di Stato che ha accolto il nostro ricorso abbiamo cancellato una delibera del Comune che voleva cacciare i gatti da qua. Una vicenda che è andata su tutti i media nazionali e non solo», spiega Atzori.
E se vi steste chiedenco come funziona questa magnifica spiaggia, Atzori spiega le regole: «Le visite sono gratuite, a numero chiuso, con non più di dieci visitatori per volta, e su richiesta. La visita si svolge in gran parte nella nostra proprietà privata — dove viviamo — e dove abbiamo allestito un percorso museale, culturale dedicato alla storia dell’Oasi, del territorio, della pesca, archeologia e natura. In circa 30 minuti cerchiamo di far conoscere i gatti uno per uno».
Questa Oasi è oramai una straordinaria realtà territoriale e ha raggiunto dei numeri sono li a testimoniarlo: «Oltre tremila visitatori per anno e il certificato di Eccellenza Turistica di Tripadvisor ne sono la riprova. Siamo un esempio che riesce a coniugare felicemente diritti animali ed economia. Le nostre presenze turistiche portano un indotto economico a tutto il territorio».
A minacciare i gatti della spiaggia sono rimasti oramai solo alcuni pericoli specifici. Tra tutti le automobili:«Siamo riusciti a far installare un dosso rallentatore, ma ne vorremmo far mettere almeno altri due» e il territorio in generale.«Dall’erosione delle coste e delle dune alla pesca dei ricci in mare che vede proprio Su Pallosu quale capitale regionale con una enorme presenza di operatori provenienti da altre province dell’isola, fino alla concessione demaniale marittima per un campo ormeggi bocciato dalla Soprintendenza aperto provvisoriamente l’estate scorsa e ancora sotto un procedimento del Tar», concludeAtzori
E voi siete pronti ad organizzare la vostra prossima vacanza gattosa?
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