Tucumàn, nord dell’Argentina, il paesaggio è più che mai simile a quelli del far west e fa molto caldo. Siamo in piena estate australe.
In un momento di riposo dallo studio universitario Florencia Lobo decide di andare a pesca insieme al fratello Lucas.
Arrivati al posto prestabilito i due preparano tutto ed incominciano a pescare. Presto però la loro attenzione viene attirata da dei lamenti che arrivavano da poco lontano.
Florencia decide di andare a vedere di che si tratta e segue i suoni fino all’imboccatura di una piccola grotta. Dentro trova due piccoli felini, accanto alla madre che oramai, purtroppo, non respirava più.
Florencia decide subito di adottarli e portarli con sé a casa. Chiama di due felini rispettivamente Dani e Tito.
Dani putroppo, seppur curato e coccolato, non riuscirà a sopravvivere più di una settimana. Tito, invece, si rimette completamente e ogni giorno guadagna in salute e vivacità. Vuole costantemente giocare ed è anche piuttosto irruento, ed oltretutto si fa ogni giorno più massiccio.
Non sembra proprio un gatto che si possa tenere in casa.
Un giorno Tito, proprio a causa della sua irruenza, si fa male ad una zampotta, e Florencia è costretta a portarlo dal veterinario.
La diagnosi è brutta ma non preoccupante, la zampa è rotta, ma a lasciare a bocca aperta è un’altra cosa. Tito non è esattamente un “gattone” un po’ cresciutello, ma è un Puma.
Per la precisione un puma jaguarundi, famiglia di felini di media taglia molto presente nel nord dell’Argentina. A prova definitiva rriva anche la conferma degli esperti della riserva di Horco Molle.

Ora Tito non è più accudito da Florencia, ad occuparsi di lui ci pensano i membri del Fara (Fondazione argentina per la protezione e la salvaguardia degli animali).
Il Fara punta a reintrodurre Tito nel suo habitat naturale non appena si sia rimesso completamente dall’infortunio.
“Tito è un cacciatore e deve tornare a esserlo – spiega il presidente del FARA Pedro Rodríguez Salazar – l’essere stato circondato da tante attenzioni e trattato come una mascotte nei primi mesi della sua vita potrebbe metterlo in pericolo in futuro, nel suo habitat”.
speriamo che un giorno si ricordi di chi l’ha accudito ….. è un felino ed è giusto che stia in libertà e che impari a sopravvivere con le sue forze.