Un salvataggio tempestivo ed incredibile è andato di scena ad Aprilia, in provincia di Latina.
Un povero gattino, probabilmente randagio, stava girovagando in zona Campoverde, un’area molto trafficata da macchine e camion.
Proprio una macchina o un camion devono averlo colpito, e rimasto ferito ha cercato un rifugio dove riposare.
Il poverino si è diretto verso una caditoia di un tombino, dentro il quale è poi scivolato.
Rimasto intrappolato il povero gattino ha in iniziato a miagolare, fino a che una signora del posto lo ha sentito e individuato.
Immediatamente la signora ha contattato il 112. Prontamente sul posto sono giunti i vigili del fuoco, equipaggiati per il salvataggio.
Purtoppo però la situazione era un po’ più complicata di quella che immaginavano. I pompieri infatti pensavano che sarebbe potuta bastare una passerella di legno per far uscire il gattino. Non tenevano però conto che il povero micetto era gravemente ferito e non riusciva a camminare.
La signora che aveva chiamato i pompieri, accorgendosi delle ferite del gattino, chiama a rinforzo l’ENPA locale che mobilita la sua volontaria Elena.
“Il salvataggio è stato molto particolare; non era facile raggiungere il gatto, perché lo spazio sotto al tombino era profondo un paio di metri – spiega Elena – Per fortuna sono intervenuti tre ragazzi indiani, che abitavano in un palazzo di fronte e avevano sentito i richiami d’aiuto del micio”.
I tre ragazzi si sono dimostrati estremamente audaci e preparati. Due di loro hanno tenuto per i piedi il terzo che è stato calato nel tombino a testa in giù. Così il ragazzo indiano è riuscito ad afferrare il gattino e a portare a termine il salvataggio.
“Si è calato di testa nel buco e l’ha tirato fuori – continua Elena – Era in ipotermia e aveva la frattura del bacino. L’abbiamo portato alla clinica “S.o.s. Veterinaria» ai Colli Portuensi, che è aperta anche la notte. Lì, dopo una trasfusione, necessaria perché aveva perso molto sangue, l’hanno operato una prima volta per ridurre l’ematoma che aveva sotto l’inguine. È ancora in clinica, ormai è passato un mese, perché forse dovranno sottoporlo a un secondo intervento sempre per la riduzione di quell’ematoma, che gli impedisce di urinare. E bisognerà verificare eventuali problematiche neurologiche…”.
Il gattino, chiamato Tombino per via della sua disavventura, oggi ha bisogno di cure costanti. Bisogna premergli la vescica manualmente tre volte al giorno e, quindi, l’assistenza è molto impegnativa e l’adozione è molto difficile.
La grossa speranza è che Tombino torni presto ad essere autosufficente in maniera da trovare una nuova famiglia il più velocemente possibile.
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