La Cina in questi ultimi mesi è stata letteralmente il centro del mondo. Tutti a guardare come si sarebbe sviluppata l’epidemia che la stava flagellando. Tutti a guardare come la Cina si sarebbe mossa, sperando che a noi non arrivasse mai. Cosa che poi non è successa.
In occidente ora siamo nelle condizioni in cui era il colosso asiatico settimane fa. Ora invece a Pechino, Shangai e forse persino a Wuhan c’è ottimismo. Il numero delle persone guarite continua a crescere e supera quotidianamente quello dei nuovi malati.
Proprio ora che sembra andare tutto per il verso giusto la Cina si guarda indietro, quando e dove tutto è iniziato, e si analizza. Un’analisi necessaria per ripartire eliminando il rischio che certe cose riaccadano.
Il punto da cui tutto è nato è stato il mercato degli animali selvatici di Wuhan. In quel mercato era venduta qualsiasi tipologia di carne, dal serpente, alla scimmia finanche a quella di cane e gatto.
Oggi però le cose sembrano stare prendendo una piega differente. La grande città di Shenzhen, 12 milioni di abitanti e sede della borsa cinese, sembra abbia intenzione di eliminare queste tradizioni.
Dal consumo sono già state escluse diverse specie animali che gli studiosi pensano essere stati causa del contagio.
Inoltre la città ha proposto un nuovo codice per il consumo alimentare delle carni.
I regolamenti che sono stati proposti dal governo della città elencano nove tipi di carne autorizzate al consumo. Tra queste ci sono maiale, pollo, manzo e coniglio, oltre che pesce e frutti di mare.
Il documento riconosce lo stato di cani e gatti come animali domestici e ne vieta il consumo. I serpenti, le tartarughe e le rane sono stati esclusi dall’elenco approvato, nonostante siano piatti popolari nel sud della Cina
Il divieto di mangiare carne di cani e gatti a Shenzhen sarebbe “estremamente gradito”, sostiene Peter Li, esperto di politica cinese della Humane Society International, un gruppo per il benessere degli animali. “Sebbene il commercio a Shenzhen sia abbastanza piccolo rispetto al resto della provincia del Guangdong, Shenzhen è ancora una città enorme ed è più grande di Wuhan, quindi questo sarebbe molto significativo e potrebbe anche avere un effetto domino con altre città cinesi”.
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